10 Febbraio 2024

La Grande Moschea è il principale luogo di culto della Comunità musulmana di Roma e sede del Centro Islamico Culturale. Entriamo nel mondo dei simboli islamici. L’acqua è legata alla purezza, in quanto è nell’acqua che i musulmani compiono le abluzioni prima di entrare nello spazio sacro. Le colonne a forma di palma, costituite da cinque parti, simboleggiano l’ingresso al giardino del paradiso e si collegano ai cinque pilastri della vita musulmana: la fede, la preghiera, il digiuno di Ramadan, che è rivolto all’evoluzione spirituale e alla purificazione del corpo, poi l’elemosina, una sorta di tassa volontaria per sostenere chi si trova in difficoltà, e infine il pellegrinaggio alla Mecca.

Nella grande sala di preghiera che ricorda un palmeto sormontato da una cupola, la luce entra dall’alto simboleggiando l’amore divino. Torna il numero cinque perché qui cinque volte al giorno l’Imam conduce la preghiera come momento spirituale più alto del collegamento diretto tra uomo e Dio. La prosternazione dei fedeli avviene poggiando gli arti e la testa sul pavimento per sentire la connessione con le proprie radici e riconoscere la grandezza di Dio. E’ una postura che rimanda al numero sette che, per gli islamici, significa “il tutto”. Nell’Islam non è necessario trovarsi in una moschea per pregare, in quanto Dio non è confinato in un luogo di culto, ma può essere riconosciuto con il cuore ovunque perché è invisibile agli occhi.

“Se hai un germoglio di palma nella tua mano piantalo, anche se stesse arrivando il giorno del giudizio”

(Muhammad Ibn Abd Allah)